tradimenti
La mia esperienza con una coppia cuckold - Capitolo 21
di jojojos
24.12.2020 |
2.106 |
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"Mi coricai a terra e la invitai a sedersi sul mio cazzo, lo fece immediatamente, allargò le gambe e si cominciò a masturbare la figa, ripresi ad incularla..."
Capitolo 21La mattina successiva quando mi alzai ero distrutto, la sera precedente era stata bellissima ma davvero sfiancante, Simona si era svegliata prima e mi aveva preparato la colazione, la baciai e ringraziai, era strana e le chiesi se tutto andava bene:
- “Ti vedo strana, tutto ok?”;
- “Tutto ok, ieri sera è stato straordinariamente bello, stanotte però non ho dormito, ho pensato a noi…”;
- “Ho fatto qualcosa di sbagliato?”;
- “Al contrario, forse mi hai fraintesa, ho pensato a quanto stiamo bene insieme, mi sono proprio innamorata di te sai? Quando mi chiama Paolo faccio fatica a parlarci, vorrei solo te Gianluca e la cosa mi preoccupa…”;
- “Non hai idea di quanto mi rendano felici le tue parole…”. La abbracciai e baciai continuando:
- “Lascialo, staremo insieme soli io e te per sempre…”;
- “Non dire così, lo sai come la penso, è solo che adesso considero te la mia priorità, Paolo continuo ad amarlo, di questo ne sono sicura, però tu sei troppo, sei sempre nei miei pensieri, ho paura che prima o poi mi costringerai a scegliere e la cosa mi logora dentro, prometti che non mi chiederai mai di scegliere tra uno solo di voi due, potrei impazzire…”;
- “Se hai questi dubbi non ti costringerò a scegliere, però non ti posso promettere che prima o poi non sopporterò più la situazione, ti amo da impazzire Simona, questi pochi giorni insieme hanno solo rafforzato quello che provo, immaginarti tra le braccia di un altro mi distrugge, non sono come lui, ti vorrei solo per me, tu adesso sei la mia donna, solo mia.”;
- “So come la pensi e credimi, se fossi tu mio marito non sentirei la necessità di farmi scopare da un altro, il sesso con te è assolutamente appagante, meno male che Paolo non è qui perché farei fatica a scopare con lui, ieri sera mi hai distrutta, ho il culetto che mi brucia da morire sai?”;
- “Scusa, non volevo farti male…”;
- “Non mi hai fatto male, mi brucia perché lo hai usato tanto, però sarei già pronta a farmelo scopare, anche adesso, mi piace troppo…”.
La baciai a lungo, mi dispiaceva andare al lavoro, avrei voluto scoparla di nuovo come se non ci fosse un domani, volevo farle una sorpresa, avrei chiesto il pomeriggio libero senza dirle nulla.
Chiesi al direttore il pomeriggio di permesso, fu gentile e mi disse che potevo tranquillamente stare a casa, c’era poco lavoro in quel periodo, mi allargai e gli chiesi di poter rientrare lunedì, storse un po’ il naso ma c’era qualcuno che poteva sostituirmi, alla fine accettò.
Quando rincasai per il pranzo incrociai per le scale Carla, ci salutammo, quando raggiunsi Simona era affaccendata in cucina, aveva preparato lei il pranzo, lasciando alla signora il compito di fare le pulizie. Indossava un paio di pantaloncini corti che le entravano tutti nel culo ed una magliettina corta che mostrava il suo adorabile pancino, l’abbracciai da dietro appoggiandole il cazzo durissimo al culo, sorrise e disse:
- “Mmmmm hai una biro enorme in tasca oppure sei felice di vedermi?”;
- “Ho il cazzo che sta scoppiando nei pantaloni e sono felicissimo di vederti…”;
- “Vai a lavarti le mani che il pranzo è pronto, l’ho cucinato con le mie manine…”;
- “Hai programmi per il pomeriggio?”;
- “Si, quello di farmi bella ed aspettarti trepidante…”;
- “E se ti dicessi che non devo andare a lavorare fino a lunedì cosa mi dici?”;
- “Davvero? Non mi stai prendendo in giro vero?”. Si girò sorridente, mi abbracciò baciandomi ed esultò:
- “Siiii che bello, ti amo!!!”.
Vederla così felice mi fece perdere il controllo, allungai una mano spegnendo il fornello, la sollevai e la feci sedere sul ripiano della cucina, le sfilai la maglietta, era senza reggiseno, i suoi seni tondi e perfetti erano una gioia per gli occhi, i capezzoli si inturgidirono al primo passaggio della mia lingua, li succhiai per farli uscire ancora di più, ansimando sussurrò:
- “Si guasterà tutto…”;
- “Non me ne frega un cazzo Simona, voglio divorarti adesso…”.
Mi prese i capelli dietro la nuca e mi spinse la testa in mezzo alle sue tette, le leccai a lungo, poi le sfilai i pantaloncini ed il perizoma, la penetrai nella figa, strinse le gambe attorno ai miei fianchi, il mobile era all’altezza giusta per scoparla con forza come piaceva a lei, pompavo con tutta la forza che avevo, mi stringeva forte e sussurrava parole dolci alternate ad incitamenti a scoparla senza sosta, ero particolarmente in forma e mantenni un ritmo elevato e senza soste per parecchio tempo, grondava umori come una fontana ed ebbe il primo orgasmo.
- “Cazzo cazzo vengo siiiiii.”. Schizzò umori abbondanti sulla mia pancia quando lo estrassi, la cosa la imbarazzava sempre ma diventava sempre più frequente per lei squirtare quando veniva intensamente.
- “Scusami ma non mi riesco a controllare a volte…”;
- “Non ti preoccupare, non c’è nessun problema, anzi...”.
Saltò giù dal mobile e si inginocchiò davanti a me, leccò i suoi umori dalla mia pancia e dalle gambe guardandomi sempre intensamente negli occhi, poi leccò delicatamente la cappella facendo ruotare la lingua, il suo sguardo era quello di una ragazzina terribile, una piccola canaglia, mi parlava mentre aveva il cazzo in bocca, lo spingeva contro le guance e lo faceva uscire dal lato della bocca, se lo sbatteva sulla faccia e lo leccava con gusto:
- “Ti piace quando te lo succhio?”;
- “Mi piace quando me lo succhi, quando ti scopo, quando dormi accanto a me, quando parliamo, mi piace tutto quello che fai…”;
- “Ti piace quando mi inculi?”;
- “Quando ti entro nel culo è come entrare in Paradiso…”;
- “E quando ingoio il tuo sperma guardandoti negli occhi?”;
- “I tuoi occhi puntati su di me mi fanno impazzire ogni volta…”;
- “Adoro guardarti mentre facciamo sesso, capisco dal tuo volto quando una cosa ti piace particolarmente e quando ti infastidisce, soprattutto mi eccita tantissimo quando stai per venire, sento un brivido nella schiena indescrivibile…”;
- “Succhiamelo un po’, dopo ti voglio venire nel culo…”;
- “Mmmm non vedo l’ora di vederti mentre me lo riempi con il tuo sperma caldo…”.
Cominciò a succhiarmelo con estrema devozione, adoravo i suoi pompini ma quando lo faceva lentamente ed insalivando per bene l’asta per poi ripulirlo mi faceva impazzire, lo prendeva tutto in bocca piano piano, quando arrivava in fondo mi leccava la base ed aveva dei sussulti perché le arrivava in gola stimolandole quasi il vomito, mi eccitava guardarla mentre lo faceva, gli occhi si riempivano di lacrime ed arrossiva, tossiva e nonostante ciò non si staccava un attimo, lo faceva con passione, le spingevo la testa costringendola a prenderlo tutto, a volte i denti mi graffiavano l’asta ma era gradevolissimo, le mancava il fiato e sbavava abbondantemente, lo adoravo fatto così.
Dopo averla fatta lavorare a lungo la sollevai, la presi in braccio e la feci sedere su uno sgabello della cucina, capì immediatamente cosa volevo, restando seduta si allargò le chiappe con le mani spingendo indietro il culo, il buco si dilatò moltissimo, mi inginocchiai e glielo insalivai per bene:
- “Ti brucia ancora?”;
- “Si, ma tra un po’ mi sa che mi farà anche male…”;
- “Se vuoi lo lascio stare…”;
- “No, voglio che mi fai male…”.
Quelle parole mi fecero salire il sangue alla testa, mi alzai e senza il minimo riguardo la inculai in profondità, inarcò la schiena in avanti appoggiando la testa sul ripiano di fronte a lei:
- “Oh cazzo!!!!”.
Cominciai a scoparle il culo forte, fortissimo, puntò i piedi sull’appoggio dello sgabello alzandosi, la presi per i capelli raccogliendoglieli attorno alla mano destra e la tirai con forza verso di me, lasciò andare le chiappe e mi abbracciò tirando a sé la mia testa baciandomi con passione:
- “Oh siii così, cazzo, fammi male, fammi male!!!!”.
Musica per le mie orecchie, le infierivo colpi fortissimi e profondi, il rumore provocato dal contatto dei nostri corpi si sentiva fortissimo, accompagnato dai nostri gemiti:
- “Ti piace così forte?”;
- “Oh siii da morire, non ti fermare sto venendo!!!!”.
Le penetrai la figa con le dita, era bagnatissima e colava, l’orgasmo che le provocò fu di quelli soliti:
- “Oh siii cazzo, siiii!!!!”.
Lo sfilai pensando che volesse rifiatare come al solito, invece replicò:
- “Chi ti ha detto di fermarti.”;
- “Non mi sto fermando, vieni qui…”.
Mi coricai a terra e la invitai a sedersi sul mio cazzo, lo fece immediatamente, allargò le gambe e si cominciò a masturbare la figa, ripresi ad incularla con forza e dissi:
- “Non hai detto che volevi vedermi quando venivo, manca poco guardami...”.
Non disse una parola, sorrise continuando a penetrarsi con una mano, con l’altra mi massaggiava le palle, ero al limite, lo capì e disse:
- “E’ ora vero? Riempimi con il tuo sperma...”.
Quelle parole furono la miccia che fecero scoppiare la bomba, esplosi nel suo culo ed ebbi un orgasmo intenso e lungo, vedere i suoi occhi eccitati e soddisfatti erano la classica ciliegina su una torta già buonissima di suo, mi fermai ma lei continuò a fare su e giù, si fermò poco dopo lasciandosi dentro il cazzo, cominciò a rotearlo appoggiando le mani a terra, lo fece a lungo, restò duro tutto il tempo, lo estrasse leggermente, un rigagnolo di sperma uscì colando sull’asta, lo raccolse con le dita e lo ingoiò avidamente, il suo sguardo fisso su di me, un sorriso beffardo costantemente stampato in faccia:
- “E’ buonissimo, adoro il sapore del tuo sperma”.
Se lo tolse e si riattaccò al cazzo ripulendolo accuratamente, la guardai dicendolo:
- “Sei straordinaria Simona…”.
Avevo la cappella quasi viola, la sua lingua quasi mi infastidiva talmente era irritato, si girò facendomi vedere il suo buco del culo, era arrossato e slabratissimo, glielo avevo letteralmente devastato, si voltò verso di me con aria sofferente e disse:
- “Mi brucia tanto…”.
Non avevo mai fatto una cosa del genere ma quella volta non potei farne a meno, ero troppo eccitato, mi inginocchiai dietro a lei e cominciai a leccarglielo delicatamente, usciva ancora dello sperma, non l’avevo mai assaggiato direttamente se non baciandola dopo che l’aveva ingoiato, il sapore non era gradevole ma cominciò a gemere fortissimo, non ebbi il coraggio di fermarmi ne di ingoiarlo, si girò ed allungò la lingua sotto la mia bocca, lo feci colare, lo raccolse e lo ingoiò avidamente leccandosi le labbra:
- “E’ buonissimo, riceverlo dalla tua bocca mi piace ancora di più”;
- “Come fa a piacerti, lo trovo disgustoso.”;
- “A te piace il sapore dei miei umori?”;
- “Molto…”;
- “A me piacciono entrambi, il tuo sperma di più però…”.
Restammo a terra a baciarci a lungo, sudatissimi ed esausti.
- “Si sarà sciupato tutto il pranzetto che ho preparato…”;
- “Ma chi se ne frega, quello che abbiamo fatto era mille volte meglio!”;
- “Sicuramente, andiamo a farci una doccia adesso e mangiamo, ho una fame!!!”.
La doccia fu lunga e piena di sensualità, ci lavammo a vicenda, il cazzo era sempre in tiro e lo succhiò nuovamente, era insaziabile.
Dopo pranzo ci coricammo sul divano per un sonnellino, non sono mai riuscito a dormire di pomeriggio, lei invece si addormentò profondamente, la guardavo dormire semi nuda ed il cazzo mi scoppiava nuovamente nelle mutande, me lo avrebbe consumato a forza di scopare ma era irresistibile. Guardai la TV per un po’ lasciandola riposare, gli occhi però finivano sempre sul suo corpo, mi alzai per andare in bagno, quando tornai la vidi con le gambe larghe, il micro perizoma che indossava era spostato di lato lasciando scoperta la sua meravigliosa figa depilata, era troppo, la volevo di nuovo, mi misi in piedi davanti alla sua testa, era appoggiata con la nuca sul cuscino del bracciolo del divano a pancia in alto, tirai fuori il cazzo e glielo appoggiai sulla faccia, le palle sulla fronte, si svegliò, lo abbassò e cominciò a leccarlo come fosse un gelato.
- “Poi dici a me, hai di nuovo voglia?”;
- “Sei così bella…”;
- “E’ così buono…”.
Si girò inginocchiandosi sul divano e cominciò a succhiarmelo con la solita passione, la lasciai fare a lungo, si masturbava entrambi i buchetti gemendo, alzai la sua testa e le ordinai di spogliarsi, lo fece lentamente fissandomi, aveva pochi indumenti da togliersi, pochi secondi e fu nuda davanti a me.
- “Dimmi cosa devo fare adesso…”;
- “Inginocchiati davanti ai miei piedi…”;
- “Così va bene?”;
- “Leccameli…”.
Sapevo che la eccitava farsi dare ordini e dedicarsi ai miei arti inferiori. Con aria da ragazzina in punizione cominciò a leccarli con devozione, passava la lingua tra le dita e gemeva eccitata, cercò di masturbarsi ma le ordinai con tono deciso:
- “Tieni ferme le mani!”;
- “Non ci riesco…”;
- “Ti ho detto che non puoi, però voglio sapere perché senti la necessità di masturbarti.”;
- “Perché mi eccitano i tuoi piedi, ti prego lasciami fare…”;
- “Solo il culo…”;
- “Come vuoi te mio signore…”.
Si piantò con decisione due dita nel culo e cominciò a masturbarsi, alzai un piede e glielo appoggiai sul viso, lo prese dalla caviglia e lo leccò con devozione, gemeva moltissimo, le piaceva proprio, cambiai piede, poi mi disse con tono eccitato:
- “Ti piace?”;
- “A te piace?”;
- “Oh sì, molto mio signore…”;
- “Allora piace anche a me…”;
- “Non è vero, lo dici solo per farmi piacere, tu preferisci incularmi, lo so che desideri sempre quello…”;
- “Non lo nego, adoro il tuo culo, come potrebbe non piacermi, lo vedi che culetto che hai? Girati e fammi vedere come te lo masturbi…”;
Si girò facendomi vedere come si piantava con facilità due dita, il buco si dilatava ed era arrossato.
- “Ti brucia ancora?”;
- “Un po’ ma è così bello…”;
- “Quanto ti piace quando ti inculo da 1 a 10?”;
- “Mmmmm diciamo 11.”;
- “Fammi vedere quanto si dilata…”.
Si piantò l’indice ed il medio di entrambe le mani e se lo allargò con forza, spingeva con la pancia ed un leggero prolasso spuntava, si voltò verso di me sorridente:
- “Dai inculami, fammi sentire il calore del tuo cazzo, muoviti, cosa aspetti!”.
Non me lo feci ripetere due volte, mi misi in piedi dietro di lei e le infilai delicatamente la cappella mentre si teneva le chiappe allargate con le mani, non lo infilai tutto dentro, si voltò e con tono di voce sommesso chiede:
- “Dai…”;
- “Devi chiedermi per piacere…”;
- “Ti prego infilalo tutto dentro mio signore!”.
La accontentai volentieri, le palle toccavano le sue chiappe, lo lasciai fermo alcuni secondi, sembrava aspettare con ansia, di colpo cominciai a scoparla con forza.
- “Oh sììì cazzo, sììì così così!!!!”.
Infierivo sul suo buco del culo con colpi decisi e profondi, il suo incitare mi dava energia infinita, la sentivo gemere di piacere alternata a lamenti di dolore. La feci alzare sedendomi sul divano, si sedette e si penetrò la figa, puntava i piedi sul divano allargando le gambe e scopandosi molto velocemente, le sue tette danzavano davanti ai miei occhi, uno spettacolo della natura concentrato in una sola donna, la feci rallentare, sentivo che era ora prendere fiato, la abbracciai tenendo il cazzo ben piantato dentro, lei ruotava i fianchi.
- “Stai ferma un attimo e baciami…”.
La stringevo forte mentre mi grattava e graffiava la schiena con le lunghe e curatissime unghie, la sua lingua roteava vorticosamente nella mia bocca, dopo qualche minuto mi sentivo nuovamente in grado di scoparla, la presi in braccio e la posai a terra con la schiena davanti al divano, sollevai le sue gambe tenendogliele unite, poi mi sedetti sul suo culo penetrandole la figa in profondità, apprezzò molto la posizione:
- “Oh sììì cazzo, mi spacchi in due così, è bellissimo continua!!!!”.
Alternai la penetrazione di entrambi i buchi a lungo, ebbe un orgasmo, ero pronto anch’io per riempirla di sperma, la feci scivolare a terra con la schiena, appoggiò le gambe alla seduta del divano, mi piegai verso la sua faccia cominciando a segarmi.
- “Apri la bocca troia!!!!”.
Spalancò la bocca e tirò fuori la lingua aspettando ansiosamente, non venni subito, ci vollero alcuni minuti, appoggiavo il cazzo sulla sua lingua menandomelo con forza, lei impazientemente mi incitava:
- “Dai dammi il tuo sperma, sono la tua cagna!!!!”.
Sborrai sul suo volto, sulle tette e sui capelli, era abbondante nonostante il ritmo forsennato che avevo tenuto per giorni e fosse già la seconda volta di quella giornata, raccolse tutto accuratamente ingoiandolo con la solita voracità, poi glielo piantai in gola facendomelo ripulire per bene, infine stremato mi coricai al suo fianco, mi abbracciò e sussurrò:
- “Che giornata fantastica, ti amo da impazzire Gianluca.”.
Continua…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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